Oggi vedremo come supportare i periodi di mal di schiena con un ausilio che non puo’ mancare; per farlo prenderemo spunto dal grande Dr. Cailliet traendo brani dalla sua monografia ” Il dolore Somatico” Ed. Lombardo. Parleremo di corsetti contenitivi.
“Quando il paziente riprende a deambulare dopo un periodo di dolore acuto, diventa fondamentale l’aiuto di un corsetto idoneo a mantenere appiattito il rachide lombare; il corsetto deve quindi avere precisi criteri.
1- sufficiente lunghezza del dorsale sicchè in alto esso abbracci la base della gabbia toracica e in basso raggiunga quasi i solchi gluteo-femorali.
corsetto di lunghezza ottimale
2- scheletro del dorsale costituito da stecche piatte non flessibili di lunghezza pari a quella del dorsale medesimo, pressochè rettilinee fino a livello delle natiche ( al cui contorno devono adattarsi con ampio arco), praticamente prive di curva lombare. NOTA BENE: sono le stecche che devono determinare il profilo della colonnae non il contrario.
Scopo fondamentale del corsetto è dunque quello di garantire, nella deambulazione, un assetto ottimale del rachide lombare, cioè con curvatura lordotica appena accennata
I corsetti con dorsale troppo corto, come molti in commercio, non solo non otterrebbe il raddrizzamento della colonna lombare ma ne favorirebbe anzi l’incurvamento lordotico e ciò in quanto agirebbe da fulcro proprio a livello della sua parte intermedia.
corsetto con dorsale troppo corto e controproducente
In sintesi il corsetto consente:
A- la riduzione della contrattura muscolare, e , conseguentemente, dell’atteggiamento antalgico
B- lo scarico della colonna lombare con l’aumento della pressione addominale, quando questo fine non puo’ essere conseguito con l’ausilio dell’esercizio muscolare.
C- il miglioramento della postura
D- la riduzione dei movimenti lombari con il trasferimento della flessione sul bacino.
Degli effetti benefici che si attribuiscono all’uso del corsetto , l’appiattimento del rachide lombo-sacrale ci sembra senz’altro il più importante.
meccanismo di aiuto di un corsetto adatto e ben costruito.
Abbastanza plausibile appare l’ipotesi secondo cuila relativa immobilizzazione imposta dal corsetto asseconderebbe la risoluzione dello spasmo, avendo di questo, eliminata la ragion d’essere e quindi rimuoverebbe anche le sue sfavorevoli conseguenze ( compressione) sul disco.
Un altro sicuro vantaggio offerto dal corsetto è che esso impedisce la precaria postura di rilasciamento in cui il soggetto tende a gravare quasi esclusivamente sulle sue strutture legamentose. D’altra parte l’impegno muscolare necessario per correggere la tendenza a questa viziatura posturale risulta in genere molto faticoso.
Occorre osservare che i corsetti non sono egualmente tollerati nelle diverse posizioni che il paziente puo’ assumere durante le attività quotidiane. I maggiori vantaggi sono ottenuti nel camino e nella stazione eretta; pertanto, l’adattamento e il modellamento del corsetto devono essere realizzati in tali posizioni.
L’impiego del corsetto va integrato con opportuni esercizi fisici per il paziente in quanto il fatto che il corsetto mantiene la postura corretta con minima partecipazione muscolare assiale; la muscolatura, specialmente addominale, va invece sollecitata e rinforzata appena possibile affinchè sia essa stessa a mantenere poi la corretta postura”.
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